La nostra storia
La storia della Fondazione Caimi affonda le proprie radici nel secolo XVII e XVIII quando nella nostra zona la popolazione, già povera, viene duramente colpita e decimata dalle epidemie e dalle carestie.
In quel periodo sono numerose le iniziative spontanee, in special modo da parte di religiosi, avviate per venire incontro ai bisogni della gente.
La drammaticità di questa situazione spinge le menti più sensibili ad iniziative capaci di portare in qualche maniera sollievo ai malati ed ai più deboli.
E queste iniziative portano nella seconda metà del secolo XVII all’idea di creare in Vailate una vera e propria struttura ospedaliera, idonea a portare assistenza e cure sanitarie alla popolazione.
Tale progetto accomuna le volontà testamentarie di tre sacerdoti di origine vailatese: don Pietro Garioli, don Giuseppe Nazarri, don Giovanbattista Caimi (nel quadro).
L'idea si concretizza nel 1792 quando l’Ospedale degli infermi di Vailate avvia la propria attività, rendendo disponibili 8 posti letto. La sede era ubicata sulla via principale di Vailate, nello stesso luogo dove ci troviamo oggi.Quindi la realtà della Fondazione Caimi, nome ereditato da uno dei cofondatori, ha radici profonde nella storia della comunità vailatese ed è ispirata ai principi dell’accoglienza e della solidarietà, in linea con la nostra tradizione di fratellanza cristiana.
La capacità ricettiva si è sempre mantenuta modesta, anche se per buona parte del secolo scorso si può vantare addirittura la presenza di una sala operatoria e di un reparto “maternità” nel quale trovavano amorevole assistenza le donne in procinto di partorire. Nel corso del 1968 avviene la svolta che porterà allo sviluppo della struttura così come la vediamo oggi.
Negli anni dal 1968 al 1985 il fabbricato storico viene demolito e ricostruito arrivando gradualmente ad una capienza di 120 posti letto.L’evoluzione degli standard imposti dalla sanità pubblica impone la riduzione del numero dei posti letto e la netta divisione fra reparti di degenza cronica e riabilitativa.Grazie alle convenzioni con l’allora ASL della Provincia di Cremona, ora ATS Val Padana, alla possibilità di sfruttare a pieno la capacità della struttura e di usufruire contemporaneamente del contributo forfettario per le RSA, si gettano le basi per la realizzazione di altre importanti opere:
La nuova struttura ambulatoriale a favore degli utenti esterni e dei ricoverati.
La nuova struttura ospedaliera in grado di accogliere la nuova RSA, il Centro Diurno Integrato, i 6 minialloggi protetti.
La nuova struttura ambulatoriale viene aperta nel marzo 2001 e da allora fornisce prestazione in regime di convenzione con il Sistema Sanitario Regionale ed in regime privatistico. Essa costituisce un punto di riferimento per Vailate e per il territorio perché è “vicina” ai fruitori del servizio, in modo speciale a quelli di categorie più deboli, che vedono così ridotto il disagio degli spostamenti, operando peraltro con tempi di attesa notevolmente inferiori rispetto alla media riscontrata a livello provinciale e regionale.
Nel corso degli anni successivi abbiamo assistito ad un continuo aumento delle prestazioni erogate, sia per l'aumento della domanda e degli orari di apertura, sia per l'ampliamento dell'offerta di nuove branche specialistiche. Il conseguente aumento degli accessi ha sempre più evidenziato i limiti dello spazio disponibile della struttura esistente.
Nel corso del'anno 2018 si è formulata l'ipotesi di ampliamento della struttura ambulatoriale evidenziando le seguenti necessità:
- Ampliamento degli ambulatori con 6 nuovi locali
- Adeguamento delle norme di sicurezza con realizzazione di una nuova scala di antincendio
- Sistemazione dei due uffici attualmente occupati
- Ampliamento della zona di accettazione ora in sofferenza
- Adeguamento degli impianti tecnologici e antincendio degli ambulatori esistenti
Il progetto elaborato prevedeva la sistemazione di circa 145 mq al piano terra e circa 145 mq al primo piano in adiacenza agli attuali ambulatori per nuovi 6 ambulatori e ripostigli e servizi vari.
L'opera è stata realizzata nel corso dell'anno 2019 con lavori della durata di dieci mesi circa.
I nuovi spazi sono ora fruibili garantendo la possibilità di erogare un ancora maggiore numero di prestazioni in spazi ampi e funzionali
Negli anni che vanno dal 2001 ed il 2006 viene realizzato il nuovo complesso ospedaliero destinato ad ospitare la nuova RSA, il Centro Diurno Integrato, i 6 minialloggi protetti, la nuova cucina, la palestra per la fisiokinesiterapia. L’attivazione a regime è avvenuta nel corso dell’anno 2007. Queste nuove opere portano ad una capienza della struttura di 67 posti letto nella parte destinata a terapie geriatico-riabilitative, a 37 posti letto nella RSA. Presso quest’ultima nel 2010 sono terminati i lavori di predisposizione di un nuovo reparto che ha permesso l’aggiunta di ulteriori 25 posti letto.
La disponibilità totale in RSA è ora di 62 posti letto a beneficio delle persone iscritte nelle liste di attesa; l'attuale dimensione della Residenza permette l'offerta di un servizio eccellente, con costi di gestione contenuti.
Anche il Centro Diurno Integrato è stato avviato a pieno regime. I 40 posti disponibili sono costantemente occupati
Riferimenti bibliografici
I riferimenti bibliograficiI ed i contributi per questa pagina sono tratti dal Volume edito dalla Fondazione per l'inaugurazione del nuovo complesso RSA/CDI l'11 giugno 2006, ( scaricabile completamente da questa posizione ), dal Volume "Vailate di Geradadda - Memorie storiche" - Arciprete Don Vittorio Tanzi Montebello, anno 1932, dal Volume " Dagli Hospitalia alla Cassa Rurale" anno 2009 di Paolo Origgi (Centro Studi Storici della Geradadda - Treviglio ), scaricabile da questa posizione.
La nostra natura giuridica
Dal 1° Aprile 2004 l’Opera Pia Ospedale Caimi si è trasformata da “Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (I.P.A.B.)” in “Fondazione”. Nei secoli scorsi erano sorte per volontà dei privati, in special modo religiosi come nel caso del Caimi, molte Opere Pie per l’assistenza ai poveri e agli anziani bisognosi. Nel 1890 con la legge Crispi tutte le Opere Pie – compresa quindi l’Opera Pia “Ospedale Caimi” di Vailate – vennero dichiarate pubbliche, sottoposte al controllo dello Stato e chiamate I.P.A.B. La Corte Costituzionale alla fine degli anni ’70 ha però riconosciuto che le I.P.A.B. derivanti da fondazioni private dovevano essere considerate autonome dallo Stato. Vennero emanate quindi la Legge n. 328 del 2000 e successivamente la Legge Regionale n. 1 del 2003, che imponeva entro il 31 ottobre 2003 alle I.P.A.B. di trasformarsi in persone giuridiche private oppure in aziende pubbliche di servizi alle persone (cioè aziende del Comune).
La Legge Regionale n. 1 del 2003 imponeva quindi al Consiglio di Amministrazione di operare la scelta: trasformazione in persona giuridica privata (ovvero fondazione), oppure in Azienda pubblica di Servizi alla Persona (ASP).
All’unanimità il Consiglio scelse di trasformare l’Opera Pia in “Fondazione”, dopo aver sentito non solo il parere del Comune (come prescritto dalla Legge), ma anche del Vescovo di Cremona e dell’Assemblea dei Benefattori: il parere espresso da tutti fu favorevole alla trasformazione in Fondazione, rifacendosi così ai principi ispiratori che avevano animato i fondatori. Tale scelta fu operata del resto della quasi totalità delle I.P.A.B. esistenti in Regione Lombardia. Nello spirito dettato dalla Legge Regionale e della relativa circolare esplicativa, venne redatto il nuovo statuto improntato ai principi che erano contenuti nella originaria tavola di fondazione dell’Opera Pia. La Regione Lombardia, dopo avere esaminato le tavole di Fondazione e lo statuto originario, approvò la trasformazione in Fondazione, la modifica della composizione del Consiglio di Amministrazione e l'inserimento nella categoria O.N.L.U.S. (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) a partire dal 1° Aprile 2004; la nuova denominazione assunta fu "FONDAZIONE OSPEDALE CAIMI ONLUS DI VAILATE". Tale importante cambiamento permise all'Istituto di proseguire nello svolgimento dell'attività e nella gestione dei servizi, adottando strumenti in linea con i tempi, forme più agili e meno burocratiche, e non da ultimo anche con alcuni benefici economici e fiscali.
I requisiti delle Fondazioni Onlus
Le leggi dello Stato, per le Fondazioni Onlus, impongono i seguenti requisiti:
lo svolgimento di attività in uno o più settori di pubblica utilità fra i quali l’assistenza sociale e socio-sanitaria, come nel nostro caso
l'esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale;
il divieto di svolgere attività diverse da quelle menzionate alla lettera 1. ad eccezione di quelle ad esse direttamente connesse
il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell'organizzazione, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre ONLUS che per legge, statuto o regolamento fanno parte della medesima ed unitaria struttura;
l'obbligo di impiegare gli utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attività istituzionali e di quelle ad esse direttamente connesse;
l'obbligo di devolvere il patrimonio dell'organizzazione, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale o a fini di pubblica utilità, sentito l'organismo di controllo di cui all'articolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, salvo diversa destinazione imposta dalla legge;
l'obbligo di redigere il bilancio o rendiconto annuale;
l'uso, nella denominazione ed in qualsivoglia segno distintivo o comunicazione rivolta al pubblico, della locuzione "organizzazione non lucrativa di utilità sociale"o dell'acronimo "ONLUS".
La nostra missione - i nostri valori
La nostra missione
La Fondazione, senza finalità di lucro, ha l'esclusivo scopo di solidarietà sociale nei confronti di persone svantaggiate (Art. 1 dello Statuto). La Fondazione svolge la propria attività nei settori dell'assistenza sociale, socio-sanitaria, sanitaria e della beneficenza, con particolare riferimento alla tutela degli anziani e disabili in regime di residenzialità, semi - residenzialità e domiciliarità. (Art. 2 dello Statuto) La Fondazione ispira la propria attività ai principi etici e alla dottrina sociale della Chiesa Cattolica, riconoscendo ed affermando la centralità della persona e la tutela della sua dignità, nonchè della sua dimensione spirituale e materiale (...). La Fondazione presta la necessaria assistenza senza distinzione di nazionalità, cultura, razza religione, sesso, censo, condizione sociale e politica, secondo i principi di uguaglianza imparzialità e solidarietà, perseguendo i propri obiettivi ispirandosi ai valori cristiani. (Art. 3 dello Statuto)
I nostri valori fondamentali
La Fondazione ispira la propria azione ai principi della legalità, della trasparenza e correttezza gestionale, della fiducia e cooperazione con tutti i suoi portatori di interesse.
Il raggiungimento dell'obiettivo istituzionale, previsto nello Statuto, è perseguito, da parte di tutti coloro che operano nella Fondazione, con lealtà, serietà, onestà, competenza e trasparenza, nell’assoluto rispetto delle leggi vigenti e di ogni altra normativa, anche amministrativa, applicabile ai settori in cui la Fondazione opera. La convinzione di agire in qualche modo a vantaggio della Fondazione non giustifica in nessun tipo di comportamento in contrasto con i suddetti principi.
Tutti coloro che agiscono per la Fondazione senza distinzioni ed eccezioni, sono tenuti ad osservare e far osservare questi principi nell’ambito delle proprie funzioni e responsabilità. Il presente Codice Etico afferma i valori a cui tutti i suoi collaboratori devono adeguarsi, siano essi amministratori, dipendenti o collaboratori a vario titolo, essi assumono la personale responsabilità verso l’interno e verso l’esterno della Fondazione. (Introduzione al "Codice Etico" di cui la Fondazione si è dotata nel corso del 2012)
Documenti correlati:
Modello Organizzativo - Codice Etico - La Struttura Organizzativa - Lo Statuto
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